In evidenza: Primo Incontro AITEB — Associazione Italiana Terapie Estetiche con Botulino

L’Associazione Italiana Terapie Estetiche con Botulino (AITEB) è nata due anni fa con…

Dermatoscopia e classificazione di melanomi e lesioni benigne

dermatoscopy closeup

Un gruppo di ricercatori sostiene che la dermatoscopia è in grado di identificare correttamente la cheratosi seborroica, che spesso viene confusa con il melanoma.

La Dr.ssa Cristina Carrera, dell'università di Barcellona in Spagna, e colleghi hanno chiesto a due collaboratori di valutare le immagini dermatoscopiche relative alle lesioni di 134 pazienti in cura presso nove diverse cliniche oncologiche in Spagna, Francia, Italia e Austria. Le immagini e i dati relativi ai pazienti (72 individui di sesso maschile, età media 57 anni) sono state raccolte fra il 2013 e il 2014.

Gli incaricati della valutazione non sono stati informati del fatto che tutte le lesioni sottoposte alla loro analisi fossero melanomi confermati dai dati istopatologici. Dopo aver valutato le descrizioni cliniche e le 48 caratteristiche dermatoscopiche delle 134 immagini e aver classificato ciascuna lesione come cheratosi seborroica o meno, gli esaminatori hanno determinato anche il punteggio dermatoscopico totale e rispetto alla "lista dei sette punti" (seven point checklist ).

Come si legge nell'articolo pubblicato il 29 marzo nell'edizione online di JAMA Dermatology, l'82% delle lesioni presentava caratteristiche dermatoscopiche che suggerivano la diagnosi di melanoma, incluse: rete di pigmento atipica (55,%), velo blu-biancastro (53,7%), punti o globuli irregolari(50,7%), striature irregolari (35,1%) colorazione blu-nera (32,3%).

Il restante 18% dei casi è stato classificato come probabile cheratosi seborroica. Queste lesioni mostravano caratteristiche quali: superficie squamosa e ipercheratosica (33,6%), cheratina giallastra (31,3%), aperture simili a comedoni (30,5%) e cisti simili a grani di milio (22,4%). I campioni avevano un punteggio dermatoscopico medio di 4,7 e un punteggio medio di 4,4 rispetto alla lista dei sette punti. Dal punto dermatoscopico, le cheratosi seborroiche avevano un punteggio dermatoscopico medio di 4,2 e un punteggio medio di 2 rispetto alla lista, che indica generalmente una natura benigna.

I criteri più utili per la corretta classificazione delle cheratosi seborroiche sono stati la presenza del velo blu-biancastro, la presenza di striature e una pigmentazione irregolare. Ulteriori analisi hanno mostrato che soltanto la colorazione blu-nera è stata significativamente associata a una diagnosi corretta, mentre l'ipercheratosi e la presenza di fessure, pieghe e forti demarcazioni sono stati fattori di rischio indipendenti.

La Dr.ssa Carrera ha commentato: "La dermatoscopia è senza dubbio un grande aiuto nella formulazione di una corretta diagnosi per le lesioni cutanee e ne raccomandiamo l'impiego a tutti i professionisti che si occupano di tumori cutanei. Al giorno d'oggi, nessun melanoma dovrebbe essere diagnosticato incorrettamente".

Il problema principale, secondo la Dr.ssa Carrera, è che spesso i medici non sospettano che possa trattarsi di melanoma: "Le cheratosi seborroiche sono così frequenti e così facili da diagnosticare che spesso si tende a passare direttamente al trattamento, anziché esaminarne nel dettaglio le caratteristiche prima di intervenire con l'ablazione o la crioterapia".

La Dr.ssa Carrera ha anche fatto notare che spesso i primi a essere consultati in merito a lesioni cutanee come macchie, tumori e verruche sono medici generici o estetisti: "Chiunque non sia un dermatologo ma si trovi a contatto con lesioni cutanee dovrebbe conoscere le problematiche relative alla diagnosi di melanomi dalle caratteristiche simili a quelle di lesioni totalmente innocue, come la cheratosi seborroica".

 

Riferimenti:

Carrera C, Segura S, Aguilera P, Scalvenzi M, Longo C, Barreiro A, Broganelli P, Cavicchini S, Llambrich A, Zaballos P, Thomas L, Malvehy J, Puig S, Zalaudek I. — Dermoscopic Clues for Diagnosing Melanomas That Resemble Seborrheic Keratosis, JAMA Dermatology, edizione online del 29 marzo 2017; doi:10.1001/jamadermatol.2017.0129