Carcinoma ovarico: rischio raddoppiato per chi usa lavande vaginali
Secondo uno studio statunitense, le donne che fanno uso di lavande vaginali hanno il doppio di probabilità di sviluppare un carcinoma ovarico.
Studi precedenti avevano già collegato l'uso di lavande ad infezioni, infiammazioni pelviche e gravidanze ectopiche, mentre altre ricerche avevano trovato un'associazione fra l'uso di lavande vaginali e neoplasie della cervice, riduzione della fertilità, infezioni da HIV e relative ad altre malattie sessualmente trasmissibili.
Tuttavia, il nuovo studio del National Institute of Environmental Health Sciences è il primo a collegare il carcinoma ovarico alle lavande usate regolarmente da moltissime donne in tutto il mondo.
La Dr.ssa Joelle Brown, professore di Epidemiologia presso la University of California di San Francisco, ha dichiarato che, sebbene ella fosse a conoscenza di altri problemi di salute legati all'uso di lavande, il collegamento fra irrigazioni intime e carcinoma ovarico l'ha colta di sorpresa.
"Sebbene la maggior parte dei dottori (e persino l'American College of Obstetricians and Gynecologists) sconsigli in maniera molto decisa l'uso di lavande vaginali, molte donne continuano ad usarle nella convinzione, infondata, che queste abbiano un effetto positivo e che garantiscano una migliore igiene intima", ha spiegato la Dr.ssa Brown, che non è stata coinvolta nello studio in esame.
Ogni anno, negli Stati Uniti, vengono diagnosticati circa 20.000 nuovi carcinomi ovarici e si verificano circa 14.500 morti collegate a questo tipo di tumori, secondo le stime del Center for Disease Control and Prevention (CDC).
Lo studio pubblicato nell'edizione online del 20 giugno di Epidemiology ha seguito oltre 41.000 donne provenienti dagli Stati Uniti e da Puerto Rico a partire del 2003, come parte del Sister Study. Le partecipanti avevano un'età compresa fra i 35 e i 74 anni e ciascuna di esse aveva una sorella alla quale era stato diagnosticato un cancro alla mammella.
All'inizio dello studio, i soggetti non presentavano né cancro della mammella né carcinoma ovarico, ma a luglio 2014 i ricercatori hanno rilevato 154 casi di carcinoma ovarico fra le partecipanti. Secondo i dati provenienti dallo studio, le donne che hanno riferito di aver usato regolarmente lavande vaginali nell'anno precedente l'inizio dello studio avevano un rischio raddoppiato di sviluppare un carcinoma ovarico.
Il collegamento fra l'uso di irrigazioni vaginali e carcinoma ovarico era più pronunciato nelle donne che non avevano predisposizioni genetico-familiari a sviluppare tumori alla mammella.
"Nessuno studio prima di questo aveva mai analizzato la possibilità dell'esistenza di una relazione fra l'uso di lavande vaginali e carcinoma ovarico", ha commentato la Dr.ssa Clarice Weinberg, vice direttore del dipartimento di Biostatistica e Biologia Computazionale presso il National Institute of Environmental Health Sciences.
"Ci sono molti motivi per evitare di usare lavande vaginali e non c'è nessuna buona ragione per utilizzarle", ha proseguito. La vagina si mantiene pulita da sola e introdurre detergenti o altre sostanze nella cavità vaginale può solo interferire negativamente con il delicato equilibrio dell'organismo.
L'uso di lavande vaginali può portare al moltiplicarsi di batteri nocivi, portando ad infezioni batteriche, e può spingere questi batteri fino all'utero, alle tube di Falloppio e alle ovaie, secondo quanto riportato dall'Office on Women's Health at the U.S. Department of Health and Human Services (HHS). Tuttavia, il 25% delle donne di età compresa fra i 15 ed i 44 anni fa regolarmente uso di lavande vaginali.
La Dr.ssa Brown, autrice principale di uno studio del 2016 che esaminava le ragioni per cui le donne fanno uso di lavande vaginali, spiega di aver cominciato ad interessarsi all'argomento dopo aver osservato la grande quantità di prodotti per l'igiene intima disponibili sul mercato.
"Nella maggior parte delle farmacie è possibile trovare scaffali interi pieni di lavande vaginali, gel e altri detergenti che promettono di regalare alla vagina delle consumatrici profumi tropicali ed esotici", scrive la Dr.ssa Brown.
L'uso di lavande vaginali è documentato già a partire dal 1500 a.C. in papiri egizi che raccomandano l'uso di lavande a base di aglio e vino per alleviare i dolori mestruali. Negli Stati Uniti è stata a lungo diffusa l'abitudine di usare lavande vaginali a base di Lysol a scopo anticoncezionale.
Oggi le donne cominciano a usare lavande vaginali su raccomandazione delle loro stesse madri e le lavande vaginali vengono viste come parte di una buona igiene intima, da usare anche prima e dopo i rapporti sessuali.
Nonostante le raccomandazioni diffuse dagli specialisti e dalle associazioni mediche, le donne continuano a fare uso di lavande perché "credono che se questi prodotti fossero realmente dannosi non verrebbero venduti liberamente in farmacia", spiega la Dr.ssa Brown. "Tuttavia, almeno negli Stati Uniti, questi prodotti rientrano nella categoria dei cosmetici, perciò la loro commercializzazione è regolata da standard molto diversi rispetto a quelli utilizzati per i farmaci".
Riferimenti:
Epidemiology, edizione online del 20 giugno 2016; doi:10.1097/EDE.0000000000000528