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Inibitori della pompa protonica come possibile causa della vitiligine

proton-pumpUno studio in vivo e in vitro

La vitiligine è una malattia acquisita caratterizzata dalla depigmentazione dei melanociti. Recentemente, alcuni studi clinici hanno suggerito che gli inibitori della pompa protonica (PPI) potrebbero peggiorare la vitiligine, ma non sono stati ancora chiariti i loro effetti sui melanociti.



OBIETTIVO:
Abbiamo studiato l'effetto dei PPIs sulla melanogenesi in vivo e in vitro.

METODI:
Attraverso la misurazione del contenuto melaninico e dell'attività tirosinasica (TYR), abbiamo esaminato l'effetto dei PPIs sulla melanogenesi nelle cellule di melanoma murino B16. Con il Western blot sono state monitorate la TYR e la proteina-1 correlata alla tirosinasi (TRP-1). Infine, è stato applicato un PPI agli embrioni di pesce zebra per studiare il suo effetto in vivo sulla pigmentazione.

RISULTATI:
In accordo con la nostra esperienza clinica per cui la vitiligine subisce una recrudescenza dopo trattamento con PPI, i PPIs stessi hanno diminuito sia il contenuto di melanina che l'attività della TYR. Il Western blot ha mostrato che i PPIs diminuiscono i livelli di TYR e della proteina TRP-1. Inoltre, nel test con il pesce zebra, i PPIs hanno inibito la pigmentazione del corpo in maniera dipendente dalla dose.

CONCLUSIONE:
Questi risultati suggeriscono che l'inibizione funzionale della melanizzazione da parte dei PPIs può indurre o aggravare le lesioni della vitiligine in quei pazienti geneticamente predisposti.

 

Storia della pubblicazione:

Titolo: Proton pump inhibitors as a possible cause of vitiligo: an in vivo and in vitro study.

Rivista: J Eur Acad Dermatol Venereol. 2013 Nov 15. doi: 10.1111/jdv.12317

Autori: Shin JM, Lee JY, Lee DY, Yoon TY, Lee JC, Lim EH, Sohn KC, Lee YH, Im M, Seo YJ, Kim CD, Lee JH, Lee Y.

Affiliazioni:Department of Dermatology, School of Medicine and Research Institute of Medical Sciences, Chungnam National University, Daejeon, Korea.

Abstract:
BACKGROUND: Vitiligo is an acquired depigmentation disorder of melanocytes. Recently, some clinical reports have suggested that proton pump inhibitors (PPIs) may worsen vitiligo, but their effects on melanocytes have yet to be elucidated. OBJECTIVE: We investigated the effect of PPIs on melanogenesis in vivo and in vitro. METHODS: We examined the effect of PPIs on melanogenesis in B16 murine melanoma cells by measuring melanin content and tyrosinase (TYR) activity. TYR and tyrosinase-related protein-1 (TRP-1) were monitored by western blotting. Finally, a PPI was applied to zebrafish embryos to investigate its in vivo effect on pigmentation. RESULTS: In agreement with our clinical experience of worsened vitiligo after PPI treatment, PPIs decreased both melanin content and TYR activity. Western blotting showed that PPIs decreased TYR and TRP-1 protein levels. In the zebrafish test, PPIs inhibited body pigmentation in a dose-dependent manner. CONCLUSION: These results suggest that the functional inhibition of melanization by PPIs may induce or aggravate vitiligo lesions in genetically predisposed patients.