Vaccino HPV: in calo i tassi di neoplasia cervicale intraepiteliale
Uno nuovo studio dimostra come, a partire dall'introduzione del vaccino HPV nel 2007, si sia verificato un significativo calo nell'incidenza di neoplasia intraepiteliale cervicale (CIN) nelle adolescenti e nelle giovani donne.
"La riduzione nel tasso di incidenza è stata più alta di quanto era stato previsto sulla base della diffusione del vaccino HPV nella popolazione e sulla base del numero di casi di CIN attribuibili a tipi di HPV direttamente interessati dal vaccino (HPV-6, HPV-11, HPV-16 e HPV-18)", scrivono i ricercatori nell'edizione online di JAMA Oncology del 29 settembre 2016.
Nello stato del New Mexico, la percentuale di adolescenti che hanno ricevuto tutte e tre le dosi del vaccino è passata dal 17% nel 2008 al 40% nel 2014.
La significativa riduzione dell'incidenza di casi di CIN osservata dai ricercatori nella popolazione parzialmente vaccinata "indica che si avvicina il momento in cui sarà necessario rivedere le linee guida relative allo screening per le neoplasie cervicali negli Stati Uniti e innalzare l'età di inizio dei processi di screening", ha commentato l'autrice principale, Dr.ssa Cosette M. Wheeler della University of New Mexico.
Le linee guida attualmente in vigore, aggiornate nel 2012, raccomandano di cominciare lo screening tramite Pap-test all'età di 21 anni e di continuare ad intervalli triennali fino al raggiungimento dei 30 anni, mentre per le donne di età compresa fra i 35 e i 65 anni si raccomanda lo screening triennale tramite Pap-test oppure lo screening quinquennale combinato con Pap-test e test HPV.
I risultati del nuovo studio "offrono il primo esempio di dati riguardanti la popolazione statunitense aggiustati in base allo screening per i tumori della cervice, che ha subito profondi cambiamenti passando da un intervallo annuale ad un intervallo triennale", ha sottolineato la Dr.ssa Wheeler. "I cambiamenti nelle modalità di screening sono coincisi con l'introduzione del vaccino HPV, circostanza che ha reso più difficile valutare l'impatto individuale del vaccino stesso".
I ricercatori hanno usato provenienti dal New Mexico HPV Pap Registry, che è stato creato immediatamente prima della commercializzazione del vaccino HPV negli Stati Uniti, per esaminare le tendenze dei risultati degli screening e per valutare gli effetti della vaccinazione HPV. Il registro ha ricevuto i dati relativi a tutti gli esami citologici e ai test HPV oltre a tutti gli esami istopatologici relativi alla cervice, alla vulva e alla vagina delle donne residenti nello stato del New Mexico.
Dopo aver corretto per i nuovi intervalli di screening, l'incidenza di neoplasie intraepiteliali cervicali (CIN1, CIN2 e CIN3) è diminuita significativamente fra i soggetti di età compresa fra i 15 e i 19 anni. L'incidenza di CIN1 è passata dal 3.468,3 ogni 100.000 donne a 1.590,6; l'incidenza di CIN2 èpassata da 896,4 a 414,9 e l'incidenza di CIN3 è passata da 240,2 a 0 (una diminuzione annuale del 9%, 10,5% e 41,3% rispettivamente).
Il tasso di incidenza di CIN2 è calato drasticamente anche nelle donne di età compresa fra i 20 e i 24 anni, passanto da 1.027,7 a 627,1 (corrispondente ad una diminuzione annuale del 6,3%).
I risultati indicano che il maggiore impatto rilevato della vaccinazione HPV rispetto a quello previsto potrebbe essere dovuto alla protezione estesa a quelle donne che hanno ricevuto una o due sole dosi di vaccino (invece delle tre dosi raccomandate) o all'effetto della cross protection o protezione incrociata contro certi tipi di HPV che, pur causando tumori, non sono direttamente interessati dal vaccino.
"Un altro fattore determinate potrebbe essere la cosiddetta 'immunità di gregge' conseguente alla diminuzione della diffusione del virus HPV nella popolazione maschile e femminile vaccinata, che espone a minori rischi anche la popolazione non vaccinata", spiega la Dr.ssa Wheeler.
Un nuovo vaccino per il Papilloma virus è stato introdotto negli Stati Uniti nel 2009, per la vaccinazione dei soggetti di sesso maschile ma gli Stati Uniti non sono ancora ai primi posti della classifica in tema di vaccinazione contro HPV, a differenza del Regno Unito, dell'Australia e del Canada.
Tuttavia "nonostante la bassa diffusione della vaccinazione HPV negli Stati Uniti, già si possono osservare gli effetti benefici della sua introduzione", ha commentato il Dr. Eduardo Franco, della McGill University di Montreal in Canada.
Riferimenti:
JAMA Oncology, edizione online del 29 settembre 2016; doi:10.1001/jamaoncol.2016.3609