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I dispositivi mobili aumentano i rischio di tumori alla pelle?

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Secondo uno studio di recente pubblicazione, dispositivi come tablet, smartphone e computer portatili sono in grado di riflettere la luce ultravioletta proveniente dal sole e possono indirettamente aumentare l'esposizione degli utenti alle lunghezze d'onda ritenute pericolose.

"Questi dispositivi sono generalmente utilizzati per la comunicazione e l'intrattenimento ed è facile non pensare alle loro capacità di riflessione della luce, a meno che non capiti di osservare il riverbero sullo schermo" ha dichiarato Mary E. Logue della University of New Mexico di Albuquerque, coautrice dello studio insieme al Dr. Barrett J. Zlotoff.

I due ricercatori si sono chiesti se i dispositivi elettronici potessero rappresentare un rischio per il benessere della pelle, agendo in maniera simile ai vecchi schermi riflettenti usati per l'abbronzatura.

Nel piccolo studio osservazionale, i due autori hanno posizionato una testa di manichino dotata di misuratore per raggi UVA/B nel mezzo di un campo e l'hanno poi orientata verso un leggio da musicista. Successivamente hanno posizionato diversi tipi di dispositivi mobili sul leggio.

In due diversi esperimenti, i ricercatori hanno registrato le letture UV relative ad un'ora di esposizione (fra le 11 del mattino e le 12) davanti a un giornale, un iPhone5, diversi modelli di iPad, due diversi Macbook e un lettore Kindle.

Nella prima sessione, i dispositivi erano posizionati a circa 42 cm dal sensore UV. Nella seconda sessione, la distanza dei dispositivi dal sensore era di 31 cm. Sia i dispositivi che il sensore UV sono stati posizionati in modo da riprodurre l'angolazione e la posizione assunta da un adulto che guarda un dispositivo mobile tenendolo in mano.

I ricercatori hanno misurato l'esposizione ai raggi UVA/B tramite la luce riflessa dai dispositivi in Joule per centimetro quadrato e hanno poi rilevato le letture UV a leggio vuoto.

Durante il primo esperimento, quello in cui i dispositivi si trovavano ad una distanza maggiore dal manichino, il giornale aperto ha incrementato del 46% l'esposizione ai raggi UV rispetto al leggio vuoto, mentre l'iPad2 ha fatto registrare un incremento nell'esposizione del 85% e il Macbook (modello 11 pollici) del 75%.

Solo nella seconda sessione, quella in cui i dispositivi sono stati posizionati più vicino alla testa del manichino, è stato testato l'iPhone5, che ha fatto registrare un incremento nell'esposizione ai raggi UV del 36%. I dati sono stati pubblicati nel numero di settembre del Journal of the American Academy of Dermatology.

"Gli effetti nocivi dei raggi UVA e UVB sono ben documentati e limitare l'esposizione è la misura preventiva più efficace che un individuo possa mettere in atto", ha detto la Dr.ssa Logue. "Livelli significativi di esposizione ai raggi UV, come quelli documentati in questo studio, aumentano il quantitativo totale di raggi UV ai quali si viene esposti nel corso della vita".

Dato l'aumento dell'esposizione ai raggi UV documentato dallo studio, c'è bisogno di ulteriori ricerche per valutare possibili incrementi nel rischio di tumore della pelle, secondo la Dr.ssa Logue.

"Sebbene la miglior misura preventiva sarebbe quella di limitare l'uso di simili dispositivi alle zone riparate, questo è ovviamente impraticabile per la maggior parte delle persone", ha aggiunto Logue. "Raccomandiamo tuttavia di proteggere le spalle, di indossare occhiali da sole e creme solari, soprattutto nelle zone esposte del collo e del viso". La Dr.ssa Logue ha infine aggiunto che in futuro i dispositivi potrebbero essere riprogettati in moda da essere meno riflettenti o da includere la tecnologia necessaria a permettere che gli utenti possano monitorare l'esposizione ai raggi UV.

Il Dr. Robert Dellavalle, primario di Dermatologia presso il Denver VA Medical Center, che non ha partecipato allo studio, ha detto che sebbene la ricerca non abbia coinvolto persone reali che utilizzano i dispositivi, ha sollevato un interrogativo degno di attenzione. Egli ha inoltre osservato che, nell'uso quotidiano, è spesso difficile vedere confortevolmente lo schermo di smartphone e tablet in pieno sole e il loro uso potrebbe quindi incoraggiare gli utenti a cercare luoghi riparati dal sole.

Riferimenti:

JAMA Dermatology, 73, III, 526-528, Settembre 2015.