Vitamina D: troppi esami non necessari
"Se non si assume un'adeguata quantità di vitamina D attraverso l'alimentazione o l'esposizione al sole, è consigliabile assumere un integratore", ha dichiarato la Dr.ssa Barbara A. Gilchrest, nel corso del Congresso Annuale della American Academy of Dermatology.
"Tuttavia, l'eccessiva preoccupazione diffusasi negli ultimi anni per i livelli di vitamina D ha portato a un enorme aumento dei test, che sono meno affidabili e più costosi di quanto ci piacerebbe pensare", ha spiegato la Dr.ssa Gilchrest, dermatologa presso il Massachusetts General Hospital di Boston. "Se tutti assumessero un integratore quotidianamente, non ci sarebbe bisogno di alcun test", ha proseguito, "poiché per molti pazienti esposizione al sole e dieta non sono abbastanza".
La Dr.ssa Gilchrest ha anche notato che esiste una grande confusione rispetto alla misurazione dei livelli di vitamina D: molti medici, infatti, interpretano erroneamente il limite indicato da alcune associazioni (20 ng/mL) come un limite al di sotto del quale si parla necessariamente di carenza di vitamina D.
"In realtà, chi ha un livello di vitamina D pari a 20 ng/mL nel 97,5% dei casi sta assumendo tutta la vitamina D che gli serve", ha spiegato. Per alcune persone "16 o 12 ng/mL non sono sufficienti" ma "la metà della popolazione ha un livello di vitamina D adeguato anche con livelli misurati pari a 16 ng/mL".
La Dr.ssa Susan Roper, dermatologa presso il Countryside Dermatology and Laser Center di Clearwater in Florida, ha commentato dicendo che alcuni dei suoi pazienti, per lo più anziani, hanno sofferto a causa dell'ingannevole risultato di test che hanno evidenziato livelli troppo bassi di vitamina D.
"I pazienti anziani,la cui la pelle si sta assottigliando per questioni fisiologiche, hanno livelli necessariamente più bassi di vitamina D e poiché i test vengono effettuati a stomaco vuoto, i risultati dell'assunzione di integratori possono non essere visibili. Questo spinge molti medici ad aumentare il dosaggio degli integratori di vitamina D in questi pazienti, ad alcuni dei quali vengono prescritti integratori di vitamina D con dosaggi da 4000 a 10.000 UI al giorno, al limite della tossicità. È bene ricordare che livelli troppo alti di vitamina D influiscono negativamente sull'artrite, che affligge molti dei miei pazienti più anziani", ha concluso.
Il Dr. Henry W. Lim, presidente emerito del Henry Ford Hospital di Detroit, nel Michigan, ha così commentato le controversie relative al collegamento fra bassi livelli di vitamina D e l'emergere di specifiche patologie: "L'associazione fra vitamina D e salute delle ossa è incontestabile, ma per quanto riguarda altri contesti patologici, non è stato possibile stabilire che esista una simile relazione di causa-effetto".
Riferimenti:
Congresso annuale della American Academy of Dermatology (AAD). Presentato il 3 marzo 2017.