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Lo schema di segnalazione MPATH-Dx per le proliferazioni melanocitarie e per il melanoma

melanocytic-proliferationsLa diagnosi istologica del melanoma e dei nevi può essere oggetto di discordanza e di notevoli errori che, potenzialmente, potrebbero portare ad un trattamento inadeguato o addirittura lesivo. Infatti, la terminologia diagnostica non è standardizzata, crea confusione ai medici e ai pazienti e determina una grande sfida per i ricercatori.

Obiettivo
Abbiamo cercato di descrivere lo sviluppo di un modulo di segnalazione della patologia per la ricerca più precisa del melanoma e uno strumento di mappatura diagnostica per migliorare la cura del paziente e la coerenza del trattamento.

Metodi
Tre dermatopatologi hanno riesaminato indipendentemente le lesioni melanocitiche scelte a caso da un database di dermatopatologia. Lo schema di segnalazione Strumento di Valutazione della Patologia Melanocitica con Gerarchia per la Diagnosi (MPATH-Dx) si è evoluto a partire dalla revisione iterativa dei casi.

Risultati
Le differenze nelle soglie diagnostiche, nell'interpretazione e nella nomenclatura hanno contribuito allo sviluppo del modulo di segnalazione istologica MPATH-Dx, che ha raggruppato le lesioni in base alle somiglianze nell'istogenesi e ai gradi atipia. Poiché i risultati preliminari hanno indicato un maggiore accordo per quanto riguarda i trattamenti proposti rispetto alle diagnosi specifiche, le diverse terminologie del modulo di segnalazione istologica MPATH-Dx sono state stratificate in base agli aspetti comuni dei trattamenti nello schema di mappatura diagnostica MPATH-Dx.

Limitazioni
Senza progressi nei paradigmi diagnostici, l'interpretazione delle lesioni melanocitiche rimane spesso soggettiva.

Conclusioni
Lo schema di mappatura diagnostica MPATH-Dx potrebbe diminuire la confusione in coloro che ricevono le segnalazioni, soprattutto perché categorizza le nomenclature diverse in una gerarchia stratificata in base agli interventi di gestione suggeriti.

Storia della pubblicazione:

Titolo: The MPATH-Dx reporting schema for melanocytic proliferations and melanoma

Rivista: Journal of the American Academy of Dermatology. Volume 70, Issue 1 , Pages 131-141, January 2014

Autori: Michael W. Piepkorn, Raymond L. Barnhill, David E. Elder, Stevan R. Knezevich, Patricia A. Carney, Lisa M. Reisch, Joann G. Elmore

Affiliazioni:Division of Dermatology, University of Washington School of Medicine, Seattle, Washington Department of Medicine, University of Washington School of Medicine, Seattle, Washington Dermatopathology Northwest, Bellevue, Washington

Abstract:
Background The histologic diagnosis of melanoma and nevi can be subject to discordance and errors, potentially leading to inappropriate treatment and harm. Diagnostic terminology is not standardized, creating confusion for providers and patients and challenges for investigators. Objective We sought to describe the development of a pathology reporting form for more precise research on melanoma and a diagnostic-treatment mapping tool for improved patient care and consistency in treatment. Methods Three dermatopathologists independently reviewed melanocytic lesions randomly selected from a dermatopathology database. Melanocytic Pathology Assessment Tool and Hierarchy for Diagnosis (MPATH-Dx) reporting schema evolved from iterative case review and form revision. Results Differences in diagnostic thresholds, interpretation, and nomenclature contributed to development of the MPATH-Dx histology reporting form, which groups lesions by similarities in histogenesis and degrees of atypia. Because preliminary results indicate greater agreement regarding suggested treatments than for specific diagnoses, the diverse terminologies of the MPATH-Dx histology reporting form were stratified by commonalities of treatments in the MPATH-Dx diagnostic-treatment mapping scheme. Limitations Without transformative advances in diagnostic paradigms, the interpretation of melanocytic lesions frequently remains subjective. Conclusions The MPATH-Dx diagnostic-treatment mapping scheme could diminish confusion for those receiving reports by categorizing diverse nomenclature into a hierarchy stratified by suggested management interventions.