In evidenza: Primo Incontro AITEB — Associazione Italiana Terapie Estetiche con Botulino

L’Associazione Italiana Terapie Estetiche con Botulino (AITEB) è nata due anni fa con…

Disturbi follicolari e di cicatrizzazione nella pelle di colore: presentazione e gestione

Scarring-DisordersLa pelle di colore caratterizza gli individui Africani, Asiatici, Ispanici, Nativi Americani, del Medio Oriente e delle Isole del Pacifico.
All'interno di queste popolazioni esistono notevoli differenze in termini di morfologia dei capelli, di pettinatura, pratiche culturali e suscettibilità ai cheloidi e queste stesse differenze sono state implicate nei disturbi dei capelli, del cuoio capelluto e della pelle.
Nella pelle di colore i più diffusi disturbi follicolari e di cicatrizzazione sono l'acne cheloidea (AK), l'alopecia cicatriziale centrale centrifuga (CCCA), la cellulite dissecante del cuoio capelluto (DCS), la pseudofollicolite della barba (PFB), l'alopecia da trazione (TA) e i cheloidi.

Essi si associano a lesioni sfiguranti, alla perdita permanente dei capelli, allo stress emotivo e ad una ridotta qualità di vita.
Le pratiche di gestione dei capelli, come l'uso di relaxers chimici, la lisciatura a caldo e la piega stretta possono causare l'irritazione del cuoio capelluto e il danno follicolare; inoltre, sono legate alla patogenesi di alcune di queste condizioni.
Di conseguenza, nell'ambito di prevenzione e gestione di tali problematiche, diventa fondamentale modificare l'educazione e il comportamento dei pazienti.

I disturbi della cicatrizzazione sono un'ulteriore problema per le popolazioni etniche: le cicatrici cheloidi sono più frequenti negli individui Africani, Asiatici e di discendenza Ispanica; al contrario, l'alopecia cicatriziale CCCA si osserva quasi esclusivamente in pazienti di origine africana.
I regimi terapeutici come i corticosteroidi intralesionali, l'escissione chirurgica e la laser terapia possono essere efficaci per questi disordini follicolari e di cicatrizzazione, ma comportano un rischio di depigmentazione e di sviluppo di cicatrici cheloidi.
Pertanto, siccome la pelle e i capelli di questi soggetti possono rappresentare delle sfide importanti per il medico, è fondamentale conoscerne le differenze così fornire un'assistenza di qualità.

Storia della pubblicazione:

Titolo: Follicular and Scarring Disorders in Skin of Color: Presentation and Management

Rivista: American Journal of Clinical Dermatology

Autori: Pamela Madu, Roopal V. Kundu

Affiliazioni:

Abstract:
Skin of color, also known as ethnic skin, is described as skin of individuals of African, Asian, Hispanic, Native-American, Middle Eastern, and Pacific Island backgrounds. Differences in hair morphology, hair grooming, cultural practices, and susceptibility to keloid scarring exist within these populations and have been implicated in hair, scalp, and skin disorders. Acne keloidalis (AK), central centrifugal cicatricial alopecia (CCCA), dissecting cellulitis of the scalp (DCS), pseudofolliculitis barbae (PFB), traction alopecia (TA), and keloids are the most prevalent follicular and scarring disorders in skin of color. They have been associated with disfigurement, permanent hair loss, emotional distress, and decreased quality of life. Hair grooming practices, such as the use of chemical relaxers, heat straightening, and tight braiding and weaving can cause scalp irritation and follicular damage and are linked to the pathogenesis of some of these conditions. Consequently, patient education and behavior modifications are integral to the prevention and management of these disorders. Scarring disorders are also of concern in ethnic populations. Keloid scarring is more prevalent in individuals of African, Asian, and Hispanic descent. The scarring alopecia CCCA is almost exclusively seen in patients of African descent. Therapeutic regimens such as intralesional corticosteroids, surgical excision, and laser therapy can be effective for these follicular and scarring disorders, but carry a risk of dyspigmentation and keloid scarring. Ethnic skin and hair may present unique challenges to the clinician, and knowledge of these differences is essential to providing quality care.