La fibrosi nefrogenica sistemica può insorgere decenni dopo l'esposizione al gadolinio
Secondo uno studio di recente pubblicazione, la fibrosi nefrogenica sistemica (NSF) può svilupparsi anche dopo dieci anni dall'esposizione al gadolinio.
"Le tempistiche con cui la NSF si presenta, in seguito all'esposizione al gadolinio, sono molto più ampie di quanto ipotizzato fino a questo momento e dovrebbero essere prese in considerazione nei casi di pazienti con insufficienza renale che presentano patologie dermatologiche fibrotiche", ha dichiarato Krista N. Larson, della Virginia School of Medicine. "I medici devono sempre escludere una precedente esposizione al gadolinio in questi pazienti, anche se l'esposizione si è verificata a più di dieci anni di distanza dall'insorgere della patologia".
La fibrosi nefrogenica sistemica si manifesta tramite l'indurimento e l'ispessimento della pelle. Larson ha proseguito dicendo: "Il meccanismo tramite il quale la fibrosi si sviluppa è ancora ignoto. Prima che il gadolinio venisse usato come agente di contrasto e somministrato a pazienti con insufficienza renale, non si era mai manifestato alcun caso di fibrosi nefrogenica sistemica".
A causa di questa associazione l'agenzia americana FDA ha raccomandato, nel 2010, di evitare l'impiego di agenti di contrasto contenenti gadolinio in pazienti con un tasso stimato di filtrazione glomerulare (GFR) inferiore a 30 mL/min/1.73m2 a causa di insufficienza renale acuta o malattia renale cronica.
Larson e colleghi riferiscono di un caso di NSF in un uomo di 50 anni, che era stato sottoposto a emodialisi cronica per 25 anni, per una malattia renale allo stadio terminale. Il paziente era stato ripetutamente esposto ad agenti di contrasto a base di gadolinio durante multiple angiografie a risonanza magnetica dell'addome, la più recente delle quali risaliva al 2004, ossia dieci anni prima che si sviluppasse la prima lesione cutanea.
Il paziente presentava una diffusa eruzione di papule cutanee di dimensioni comprese fra 4 mm e 5 mm disposte in raggruppamenti lineari sulla schiena, sul torace, sull'addome e sulle cosce, senza sclerosi. L'aspetto al microscopio era consistente con la fibrosi sistemica nefrogenica.
"La dialisi a seguito dell'esposizione al gadolinio può diminuire il rischio di NSF, poiché rimuove più velocemente il gadolinio dal flusso sanguigno, ma secondo le nuove linee guida a nessun paziente con GFR inferiore a 30 mL/min/1,73m2 deve essere somministrato del gadolinio", ha detto Larson. "Ad eccezione della dialisi, non esiste alcun metodo per diminuire il rischio di NSF nei pazienti che sono stati esposti al gadolinio".
Gli autori dello studio concludono con una raccomandazione: "Tutti i pazienti con sintomi che indicano una patologia dermatologica fibrotica e con una storia di insufficienza renale dovrebbero essere sottoposti a test per accertare la presenza di fibrosi nefrogenica sistemica, indipendentemente dal numero di anni trascorsi dall'ultima esposizione al gadolinio".
Gli autori dello studio non hanno riferito di alcun finanziamento esterno.
Riferimenti:
JAMA Dermatology Online, May 27, 2015