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Maggior rischio di sviluppare melanomi aggressivi dopo un trapianto

organ transplant

Un nuovo studio ha rilevato che i pazienti che si sottopongono a un trapianto d'organo sono a maggior rischio di sviluppare il melanoma, la forma più mortale di cancro della pelle, e sono a rischio ancor più elevato di morire a causa della malattia, rispetto ai soggetti che non hanno subito un trapianto.

Gli autori dello studio, fra i quali la Dr.ssa Hilary A. Robbins della John Hopkins University School of Medicine di Baltimore, dicono che i risultati potrebbero essere dovuti ai farmaci immunosoppressivi necessari agli individui sottoposti a trapianto per evitare il rigetto dell'organo trapiantato. I risultati della ricerca sono stati pubblicati ad agosto 2015 nel Journal of Investigative Dermatology.

La Dr.ssa Robbins fa notare che ricerche precedenti indicano che gli individui sottoposti a trapianto sono più soggetti a sviluppare melanoma, un collegamento che finora era stato attribuito ai più frequenti screening ai quali questi pazienti vengono sottoposti. Tuttavia, lo studio condotto dalla Dr.ssa Robbins ha rivelato un dato sorprendente: ai pazienti sottoposti a trapianto venivano più spesso diagnosticate forme avanzate di melanoma. "Poiché il melanoma, per quanto ne sappiamo, non è causato da un virus, molti hanno pensato che il più alto tasso di melanomi nei pazienti sottoposti a trapianto fosse da attribuire a screening più frequenti", ha spiegato la Dr.ssa Robbins. "Tuttavia i nostri risultati contraddicono questa ipotesi perché abbiamo rilevato che il rischio è innalzato non tanto per i melanomi localizzati, che vengono facilmente individuati durante lo screening, ma piuttosto per melanomi in stadio avanzato che hanno già cominciato a diffondersi".

Il team di ricercatori ha analizzato i dati provenienti da 139.991 pazienti non-ispanici sottoposti a trapianto e coinvolti nel Transplant Cancer Match Study, uno studio che raccoglie i dati su oltre metà della popolazione di pazienti statunitensi che hanno subito un trapianto fra il 1987 e il 2010.

I ricercatori hanno individuato 510 casi di melanoma fra gli individui esaminati ed hanno valutato i fattori di rischio relativi al melanoma in questi individui. L'incidenza di melanoma fra i pazienti che avevano subito un trapianto era in linea con l'incidenza nella popolazione generale. A partire da questo dato, gli autori dello studio hanno calcolato che i pazienti sottoposti a trapianto erano soggetti a un rischio due volte maggiore di sviluppare melanomi, rispetto ai non trapiantati. Successivamente, i ricercatori hanno confrontato il decorso dei pazienti nell'arco di 15 anni usando un diverso set di dati, che comprendeva 182 pazienti trapiantati e 130.000 pazienti non trapiantati affetti da melanoma.

L'analisi ha rivelato che il 12% dei non trapiantati e il 27% dei trapiantati erano morti a causa del melanoma. Gli autori hanno calcolato che, indipendentemente dallo stadio di diagnosi del melanoma, i pazienti che avevano subito un trapianto avevano un rischio tre volte maggiore di morire a causa della malattia. Gli individui sottoposti a trapianto, inoltre, avevano una probabilità quattro volte più alta di essere diagnosticati con un melanoma di II o III stadio, che corrispondono alla diffusione del melanoma nell'area originale ma non ad altre aree dell'organismo. La diagnosi si verificava, nella maggior parte dei casi, entro 4 anni dal trapianto.

Secondo i dati provenienti dallo studio le diagnosi di melanoma avanzato nei pazienti sottoposti a trapianto vanno ricollegate all'uso di un farmaco immunosoppressore che blocca il funzionamento delle cellule T e impedisce loro di attaccare gli organi trapiantati. Per quanto riguarda le diagnosi di melanoma ai primi stadi nei pazienti sottoposti a trapianto, tuttavia, esse erano più frequenti tra coloro che hanno ricevuto un farmaco immunosoppressore chiamato azatioprina, noto per rendere la pelle più sensibile ai raggi ultravioletti (un fattore di rischio chiave per il melanoma).

Sebbene sia possibile che i melanomi tra pazienti trapiantati possano aver iniziato a svilupparsi prima del trapianto, gli autori dello studio affermano che i loro risultati indicano che il farmaco immunosoppressivo assunto da questi pazienti ha incoraggiato il cancro a diffondersi.

La Dr.ssa Robbins ha dichiarato: "In combinazione con l'osservazione che i pazienti con melanoma che avevano ricevuto un trapianto esibivano un aumentato rischio di morte per melanoma, i nostri risultati implicano che il melanoma non solo è più comune, ma si comporta in modo più aggressivo nel quadro di immunosoppressione correlata al trapianto".

 

Riferimenti:

Journal of Investigative Dermatology, 13 agosto 2015; doi: 10.1038/jid.2015.312