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PET/CT: risultati dubbi per i casi di melanoma con linfonodo sentinella positivo

pet ct

Un nuovo studio indica che i risultati di PET/CT pre-operatori nei melanomi cutanei maligni con linfonodo sentinella positivo possono spesso contenere falsi positivi e che l'esito di queste procedure non altera significativamente la gestione clinica di questi pazienti.

Il National Comprehensive Cancer Network (NCCN) raccomanda la valutazione dello stadio del melanoma tramite PET/CT prima di procedere alla dissezione del linfonodo, tuttavia i dati a supporto di questa raccomandazione non sembrano essere significativi.

Il Dr. Benjamin Y. Scheier e colleghi della University of Michigan hanno condotto un'analisi retrospettiva su 78 casi di pazienti con melanoma, linfonodi regionali clinicamente silenti e mappatura del linfonodo sentinella positivo per determinare il valore dell'esame PET/CT in termini di individuazione di metastasi occulte.

Dei 46 pazienti che erano stati sottoposti a PET/CT preoperatorio, 15 (33%) presentavano intensa captazione a distanza dal tumore primario e dal bacino dei linfonodi locali. Nove di questi pazienti hanno subito una biopsia prima della dissezione del linfonodo e 3 di queste hanno dato un esito positivo per il melanoma metastatico, delineando un tasso di falsi positivi del 67% per quanto riguarda l'individuazione di metastasi distanti dal tumore primario.

"Soltanto in 3 (7%) casi, l'aver sottoposti i pazienti a PET/CT ha portato all'identificazione di melanomi metastatici ed ha evitato la dissezione del linfonodo", scrivono gli autori dello studio, pubblicato il 28 settembre nell'edizione online di JAMA Oncology.

"Abbiamo scoperto che l'esame PET/CT ha un'alta percentuale di falsi positivi e un effetto trascurabile sulla gestione clinica del paziente, almeno in questi casi, ed è dunque meglio che venga impiegato nel suo ruolo tradizionale come mezzo di valutazione della risposta al trattamento", hanno sottolineato i ricercatori. 

"I nostri dati suggeriscono che una maggioranza significativa di pazienti asintomatici con melanoma e linfonodo sentinella positivo di recente individuazione, non hanno metastasi rilevabili dall'esame PET/CT", hanno poi aggiunto. "La nostra analisi ha anche identificato potenziali rischi legati al ritardo nel trattamento, rischi legati all'essere sottoposti a procedure diagnostiche aggiuntive ed infine un aumento dell'uso delle risorse cliniche". Gli autori concludono dicendo: "Raccomandiamo che la procedura di PET/CT preoperatorio sia rivista e che ne venga ulteriormente valutata l'efficacia in ambito clinico".

Il patologo Dr. Robin T. Vollmer, della Duke University e del Durham Medical Centers, ha alle spalle una lunga lista di pubblicazioni sul melanoma maligno ed ha così commentato i risultati dello studio: "Poiché l'obbiettivo di PET/CT preoperatorio sono siti distanti da quello primario, immagino che le biopsie eseguite abbiano incluso anche campioni prelevati tramite agobiopsia (FNA), che presentano un alto tasso di falsi negativi, specialmente quando interessano aree difficili in termini di prelievo e quando il fulcro della metastasi è di dimensioni ridotte. In considerazione di questo, alcuni dei risultati dei PET/CT potrebbero non essere stati dei falsi positivi".

Al di là di questa precisazione, tuttavia, il Dr. Vollmer è concorde con gli autori dello studio: "la procedura PET/CT deve essere sottoposta ad ulteriori valutazioni per quanto concerne l'applicazione nei contesti con linfonodo sentinella positivo".

Riferimenti:

JAMA Oncology online, 24 settembre 2015; doi:10.1001/jamaoncol.2015.3664