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Terapia con isotretinoina e monitoraggio del paziente

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Secondo i dati di una meta-analisi di recente pubblicazione, non è necessario sottoporre i pazienti con acne che sono in terapia con isotretinoina, a monitoraggio costante.

Gli autori del documento sostengono che diminuire la frequenza degli esami di monitoraggio per alcuni pazienti potrebbe portare ad un significativo risparmio per il sistema sanitario e limitare il disagio, rappresentato dal doversi sottoporre a controlli ripetuti, a carico dei pazienti.

"I risultati di questo studio suggeriscono che per molti pazienti con problemi di acne che ricevono la dose standard di isotretinoina un monitoraggio meno serrato potrebbe essere altrettanto sicuro, con pochissimi casi di falso negativo per situazioni ad alto rischio", hanno commentato il Dr. Young H. Lee, del Sharp Rees-Stealy Medical Center di San Diego, e colleghi.Gli autori hanno presentato i risultati della loro ricerca in un articolo pubblicato il 2 dicembre, nell'edizione online di JAMA Dermatology.

"Alcuni dei più comuni effetti collaterali del trattamento non sono rilevabili tramite analisi del sangue", ha spiegato uno dei coautori, Dr. Joslyn S. Kirby, del Dipartimento di Dermatologia del Pennsylvania State Milton S. Hershey Medical Center. "Alcuni degli effetti collaterali più comuni, dei quali informiamo i nostri pazienti prima dell'inizio del trattamento, riguardano la sensazione di secchezza cutanea, secchezza delle labbra e della mucosa nasale, che può causare sanguinamento del naso".

"Sebbene molto efficace, l'isotretinoina è stata associata a diversi effetti collaterali che necessitano di un attento monitoraggio, fra i quali: teratogenicità, iperlipidemia con pancreatite associata, leucopenia, trombocitopenia e transaminite". Gli autori hanno spiegato che il monitoraggio di eventuali gravidanze durante la terapia è già obbligatorio secondo il protocollo iPLEDGE, mentre "il foglietto illustrativo raccomanda un controllo settimanale o bisettimanale dei lipidi a digiuno e del pannello epatico finché "la risposta non si sia stabilizzata" ma "non contiene indicazioni specifiche circa la frequenza del monitoraggio successivo a questa fase".

Gli autori sostengono che: "ogni medico dovrebbe usare il proprio giudizio clinico per determinare la frequenza di monitoraggio ottimale per ciascun paziente, basandosi sui risultati dei test e sul quadro clinico del soggetto, tenendo in considerazione la presenza di eventuali patologie epatiche pregresse, l'uso di farmaci epatotossici e la presenza di sindrome metabolica, che può aumentare il rischio di anomalie nei risultati dei test di laboratorio".

"Il messaggio chiave dello studio e della letteratura sul quale esso si basa, è che gli eventi avversi gravi correlati all'uso di isotretinoina sono rari e vengono di solito rilevati nella prima fase della terapia, mentre i test di laboratorio effettuati come monitoraggio non influenzano la gestione del paziente in maniera sostanziale. Al livello pratico, i dati supportano un approccio basato sul rilevamento dei valori al baseline e un monitoraggio dei pazienti nella prima fase della terapia", scrivono il Dr. Kanade Shinkai, del Dipartimento di Dermatologia della University of California di San Francisco, e colleghi nell'editoriale che accompagna l'articolo.

"Altre considerazioni come le comorbidità del paziente o la comparsa di sintomi e segnali possono svolgere il ruolo di linee guida per determinare il prolungamento della fase di monitoraggio durante la terapia con isotretinoina. I benefici di un ridotto monitoraggio includerebbero l'eliminazione di valutazioni diagnostiche superflue in caso di risultati anomali dei test di laboratorio e la riduzione dei disagi per il paziente, oltre ad una corrispondente riduzione dei costi per il servizio sanitario.

Riferimenti:

JAMA Dermatologi, edizione online, 2 dicembre 2015; doi: doi:10.1001/jamadermatol.2015.3091