Melanoma: è necessaria una prevenzione mirata
I modelli di previsione del rischio per il melanoma sono strumenti precisi e sofisticati che dovrebbero essere integrati nella pratica clinica, questa l'opinione dell'autore di un editoriale pubblicato l'8 giugno su JAMA Dermatology.
Al momento, molte delle linee guida redatte da comitati di esperti suggeriscono di individuare tempestivamente gli individui a rischio di melanoma, scrivono il Dr. Jon Emery, della University of Melbourne in Australia, e colleghi.
Tuttavia la maggior parte delle linee guida impiega una semplice lista di fattori di rischio, come il fototipo e la storia familiare, per identificare i soggetti ad alto rischio di melanoma che dovrebbero seguire indicazioni specifiche per quanto riguarda l'esposizione al sole e la frequenza degli esami di screening.
I modelli di previsione del rischio sono migliori, secondo gli autori dell'editoriale, perché incorporano e valutano multipli fattori di rischio contemporaneamente. Questi modelli si basano su innumerevoli studi epidemiologici e sono in grado di stimare il rischio di melanoma sulla base di variabili ambientali oltre che fenotipiche e genotipiche.
Il Dr. Emery sostiene che "è finalmente giunta l'era della prevenzione mirata per quanto riguarda il melanoma".
I modelli statistici rappresentano, in teoria, uno strumento più preciso per l'identificazione dei soggetti a rischio e questo potrebbe portare all'adozione tempestiva di comportamenti che minimizzino i fattori di rischio in questi soggetti.
"C'è una corpus sempre crescente di prove che dimostrano la validità di alcuni modelli di previsione del rischio, che si sono dimostrati migliori dei metodi basati sull'esame dei singoli fattori in termini di individuazione dei soggetti a rischio", si legge nell'editoriale.
I modelli statistici di questo tipo abbondano: due recenti revisioni sistematiche ne hanno contanti ben 53.
Tuttavia esistono problemi legati all'impiego di questi modelli di previsione del rischio, la maggior parte di essi, ad esempio, si affida a fattori di rischio che possono essere rilevati soltanto nel corso di una visita specialistica dermatologica; perciò molti di essi "non sono adatti alla pratica clinica generica, dove è più urgente l'implementazione di strumenti per l'indentificazione precoce del rischio", dicono gli autori.
Esiste tuttavia un nuovo modello, elaborato da ricercatori australiani e ancora senza nome, che si basa su criteri di autovalutazione e che potrebbe quindi essere in grado di superare i limiti dei modelli precedenti.
Uno studio condotto su questo nuovo modello di previsione del rischio usando i dati provenienti dal Australian Melanoma Family Study (629 casi e 535 controlli) è stato pubblicato insieme all'editoriale a firma del Dr. Emery e colleghi.
Il modello comprende fattori come il colore dei capelli, la densità dei nevi, i precedenti di melanoma nella storia familiare, eventuali tumori cutanei non-melanoma e l'uso di lettini abbronzanti. I dati sono stati raccolti per mezzo di questionari di autovalutazione e di interviste telefoniche.
La precisione del modello è stata simile a quella di altri modelli di previsione del rischio impiegati per l'individuazione di soggetti a rischio per altri tipi di cancro.
Per quanto riguarda la convalida interna, l'area sottesa alla curva ROC (AUC) è stata di 0,70 (intervallo di confidenza 95% 0,67-0,73) rispetto a valori di 0,53-0,66 per il cancro alla mammella e 0,62-0,75 per il cancro al retto. In particolare, il nuovo modello australiano è stato convalidato esternamente — quattro volte.
In termini di validazione esterna, l'AUC era 0,66 nel Western Australia Melanoma Study, 0,67 nel Leeds Melanoma Case–Control Study, 0,64 nel Epigene-QSkin Study e 0,63 nello Swedish Women's Lifestyle and Health Cohort Study.
I capelli rossi e la densità dei nevi sono stati i fattori di rischio con il più alto valore predittivo.
I ricercatori riferiscono che il 58% dei partecipanti all'Australian Melanoma Family Study sarebbe stato classificato come ad alto rischio secondo il loro modello. Ed hanno identificato alcuni pazienti a rischio:il primo paziente è un uomo di 38 anni con capelli chiari, qualche nevo, nessun precedente familiare di melanoma, nessun precedente personale di tumori cutanei non-melanoma e un numero di sessioni su lettino abbronzante; il secondo paziente è una donna di 32 anni con capelli chiari, molti nevi, nessun precedente familiare di melanoma, nessun precedente personale di tumori cutanei non-melanoma e nessun uso di lettini abbronzanti.
Lo studio ha rivelato che potrebbe essere più appropriato utilizzare una soglia di rischio relativamente bassa quando si utilizza un modello di previsione del rischio.
Purtroppo, a dispetto delle sue eccellenti prestazioni, il nuovo modello di previsione del rischio non è ancora pronto per l'adozione nella pratica clinica; è necessario infatti, concludono gli autori, valutarne la fattibilità e il rapporto costi-benefici "prima che questo modello entri a far parte della routine clinica".
Riferimenti:
JAMA Dermatology, edizione online del 8 giugno 2016; doi:10.1001/jamadermatol.2016.0939