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La sindrome post-finasteride non è correlata alla carenza di androgeni

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In uno studio controllato di recente pubblicazione non sono emerse anomalie degli androgeni negli uomini che hanno riportato persistenti effetti avversi di natura sessuale dopo aver assunto finasteride per contrastare la caduta dei capelli.

A seguito delle segnalazioni di sintomi persistenti di natura sessuale, disturbi dell'umore, disturbi dell'ansia e difficoltà cognitive da parte di uomini che hanno fatto uso di finasteride per contrastare la caduta dei capelli, il farmaco adesso riporta all'interno della confezione un avvertimento sulla possibilità che permangano sintomi problematici in termini di libido, eiaculazione e orgasmo anche dopo la sospensione del farmaco.

"Nonostante la significativa quantità di segnalazioni riguardo questo quadro sintomatologico, le cause legali in corso e l'abbondanza di informazioni di natura aneddotica disponibili su internet, la situazione non è stata ancora analizzata a fondo", scrivono i ricercatori nell'articolo pubblicato nell'edizione online del 23 settembre del Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism.

Il Dr. Shalender Bhasin, della Harvard Medical School di Boston, e colleghi hanno analizzato i dati relativi a 25 uomini che avevano riportato sintomi persistenti a seguito della sospensione della terapia con finasteride, a 13 uomini che avevano fatto uso di finasteride senza sperimentare reazioni avverse e a 18 uomini in buona salute che non avevano mai utilizzato finasteride.

Il team ha rilevato che i livelli di testosterone totale, testosterone libero, diidrotestosterone, ormone luteinizzante, ormone follicolo-stimolante, estradiolo e globuline leganti gli ormoni sessuali erano nella norma e non sono emerse differenze significative fra i tre gruppi di soggetti.

Non sono emerse differenze riguardanti l'azione periferica degli androgeni, né relative all'espressione dei recettori degli androgeni o all'espressione di 5-alfa-reduttasi.

Gli individui con sintomatologia persistente dopo la sospensione della terapia con finasteride avevano punteggi significativamente peggiori rispetto all'Indice Internazionale della Disfunzione Erettile (International Index of Erectile Function, IIEF) rispetto agli altri due gruppi.

Anche i punteggi relativi alla depressione erano più alti negli uomini appartenenti al primo gruppo rispetto ai soggetti degli altri due gruppi, tuttavia i punteggi non mostrano alcuna correlazione significativa rispetto alla durata della terapia né rispetto all'intervallo di tempo trascorso dalla sospensione della terapia.

Gli uomini con sintomatologia persistente successiva alla terapia con finasteride erano più propensi a riferire anomalie soggettive sul piano mnemonico.

I tre gruppi non hanno mostrato differenze significative in termini di composizione corporea, forza o funzionalità fisica.

L'analisi funzionale tramite risonanza magnetica ha evidenziato alcune anomalie neurobiologiche nei soggetti con sintomatologia post-finasteride, anomalie che potrebbero essere collegate a circuiti implicati nella depressione e nell'eccitazione sessuale.

"Le implicazioni cliniche di questi risultati indicano che i soggetti con sintomatologia persistente dopo l'uso di finasteride non potrebbero trarre giovamento dalla terapia a base di testosterone, DHT o altri androgeni poiché questi pazienti non presentano carenza di androgeni o mancanza di sensibilità verso questi ultimi", scrivono i ricercatori.

"A questo punto l'attenzione dovrebbe concentrarsi sul trattamento della depressione e della sintomatologia della sfera sessuale", aggiungono, "anche perché gli uomini che si sottopongono a terapie per contrastare l'alopecia hanno una più alta incidenza di depressione e disfunzioni sessuali rispetto alla popolazione e sarebbe quindi buona norma valutare il paziente e la sua storia clinica prima dell'inizio del trattamento".

Riferimenti:

Shehzad Basaria, Ravi Jasuja et al., "Characteristics of Men Who Report Persistent Sexual Symptoms after Finasteride Use for Hair Loss", The Journal of Clinical Endocrinology & Metabolism, edizione online del 23 ottobre 2016; doi:10.1210/jc.2016-2726