Melanoma: primi dati sulla terapia combinata ImmunoTx
Nivolumab (Opdivo, Bristol-Myers Squibb), da solo o in combinazione con ipilimumab (Yervoy, Bristol-Myers Squibb), si è dimostrato in grado di aumentare il tasso di sopravvivenza globale (OS) in pazienti con melanoma avanzato rispetto alla terapia con solo ipilimumab.
"I risultati sono estremamente importanti anche perché si tratta dei primi dati sui tassi di sopravvivenza globale associati a studi clinici di fase 3 sulla terapia combinata a base di agenti anti–PD-1 (nivolumab) e anticorpi contro i linfociti T citotossici o CTLA-4 (ipilimumab)", ha commentato il Dr. James Larkin, del Royal Marsden Hospital di Londra, intervenuto nel corso della conferenza stampa tenutasi durante il congresso annuale 2017 della American Association for Cancer Research (AACR).
Il Dr. Larkin ha riferito che nello studio CheckMate 067 (che ha coinvolto 945 pazienti, assegnati a tre diversi gruppi di trattamento) il tasso di sopravvivenza globale medio non è stato ancora raggiunto nei due gruppi in terapia con nivolumab, mentre nel gruppo in terapia con solo ipilimumab è stato di 20 mesi.
Nivolumab, sia in combinazione con ipilimumab che come monoterapia, ha significativamente ridotto il rischio di morte relativo: la riduzione è stata pari, rispettivamente, al 45% (rapporto di rischio 0,55; P < 0,0001) e al 37% (rapporto di rischio 0,63; P < 0,0001) rispetto alla monoterapia con ipilimumab. Il follow-up minimo è stato di 28 mesi, nei tre gruppi.
Risultati precedenti dello stesso studio, presentato durante il congresso annuale 2015 dell'American Society of Clinical Oncology, hanno mostrato che nivolumab, da solo o in combinazione, ha portato a una maggiore sopravvivenza libera da progressione rispetto alla terapia con il solo ipilimumab.
I risultati hanno convinto anche la Food and Drug Administration (FDA) americana, che ha optato per l'adozione del più rapido protocollo di approvazione per questa terapia: "I nuovi risultati rispondono anche alla richiesta da parte della FDA di fornire prove del miglioramento del tasso di sopravvivenza globale", ha spiegato il Dr. Larkin.
Ciò che i risultati al momento non sono ancora in grado di chiarire è se la combinazione "nivo-ipi" sia più efficace del solo nivolumab. "È importante sottolineare che questo studio non è stato progettato per comparare i due gruppi in terapia con nivolumab", ha ricordato il Dr. Larkin, che tuttavia ha aggiunto più tardi: "In conclusione, la terapia combinata nivolumab-ipilimumab potrebbe rappresentare un trattamento di prima linea più efficace della terapia a base di solo nivolumab."
Riferimenti:
Congresso annuale 2017 della American Association for Cancer Research (AACR), Abstract CT075, presentato il 4 aprile 2017