Il ruolo degli antisettici nel trattamento della gonorrea
Il batterio neisseria gonorrhoeae (NG) si è mostrato capace di sviluppare resistenza a ogni agente antimicrobico e secondo il Centre for Disease Control and Prevention americano rappresenta una delle più preoccupanti minacce in termini di resistenza antibiotica.
A partire dal 2011 è stata introdotta la terapia combinata con ceftriaxone e azitromicina, nel tentativo di ritardare lo sviluppo di una ulteriore resistenza antibiotica; è stata una mossa terapeutica particolarmente importante, se si considera che questi due antimicrobici sono al momento l'ultima opzione efficace disponibile.[1, 2]
Purtroppo, a causa dei fallimenti terapeutici, l'emergere di ceppi di neisseria gonorrhoeae multi-resistenti sta diventando una realtà nonostante l'applicazione del protocollo combinato tanto nel Regno Unito che negli Stati Uniti.[3,4]
I casi di fallimento terapeutico riguardano per lo più le infezioni faringee, sulle quali al momento si concentrano gli sforzi terapeutici poiché ritenute responsabili sia di larga parte delle nuove infezioni da gonorrea che dello sviluppo della resistenza antibiotica. Studi recenti hanno infatti rilevato la presenza di gonococchi anche nella saliva, suggerendo la necessità di una rivalutazione di quelli che sono stati tradizionalmente considerati i metodi di trasmissione della gonorrea.[5]
Considerata la situazione e in assenza un vaccino efficace, è necessario ripensare gli approcci esistenti al trattamento e al controllo dell'infezione da gonorrea. Gli antisettici, ad esempio, potrebbero rappresentare un'opzione terapeutica adatta al trattamento topico di prima linea delle infezioni faringee.
L'impiego di antisettici per la prevenzione e il trattamento delle infezioni non è niente di nuovo e rappresenta una componente importante del controllo delle infezioni in ambito clinico e dentistico, inoltre gli antisettici sono stati già usati nel campo delle malattie sessualmente trasmissibili, da ben prima della scoperta degli antibiotici.
Una delle prime menzioni di questo tipo di approccio terapeutico risale al 1917 e riguarda il trattamento della gonorrea tramite irrigazione dell'uretra con una soluzione contenente citrato di potassio.[6] Altri antisettici usati prima della scoperta degli antibiotici sono stati il mercurio, il nitrato d'argento, l'arsenico, l'antimonio e il bismuto, sostanze messe da parte dopo la scoperta della penicillina, per via della maggiore efficacia e minore tossicità degli antibiotici.[7]
Tuttavia, nonostante la scoperta di innumerevoli antibiotici, nel campo delle malattie sessualmente trasmissibili gli antisettici sono ancora oggetto di ricerca, soprattutto nel contesto di studi in vitro e dello sviluppo di gel/unguenti vaginali.
Ad esempio, nel 1987 Ison et al [8] hanno condotto uno studio randomizzato e controllato per comparare 2 g di metronidazolo orale con un gel vaginale a base di clorexidina per il trattamento della vaginosi batterica, trovandoli ugualmente efficaci. Inoltre, una revisione sistematica degli antisettici e dei disinfettanti per il trattamento della vaginosi batterica ha riconosciuto il valore dei composti antisettici e ha sottolineato la necessità di ulteriori ricerche in questo settore.[9]
Sono state inoltre studiate le applicazioni intravaginali di antisettici topici per il trattamento delle infezioni da chlamydia trachomatis e neisseria gonorrhoeae, sebbene soltanto in modelli murini. [10,11] Un altro studio ha scoperto che tre composti antisettici (benzalconium cloruro, clorexidina e nonoxinolo-9) sono in grado di proteggere contro l'infezione da chlamydia trachomatis. [10] Inoltre, mentre lo studio precedente ha esaminato la capacità protettiva degli antisettici, un ulteriore studio condotto da Spencer et al [11] ha valutato l'efficacia di sette microbicidi come trattamento per le infezioni da neisseria gonorrhoeae e ha riferito che tutti e tre si sono dimostrati efficaci rispetto al controllo.
Questi studi sono preziosi, anche solo come prova di principio dell'esistenza di opzioni di trattamento alternative agli antibiotici per le malattie sessualmente trasmissibili.
Tuttavia, come già sottolineato, gli studi sull'applicazione intravaginale degli antisettici per il trattamento della gonorrea sono stati limitati ai modelli murini e mancano dati sulla loro efficacia e sicurezza in termini di uso umano. La flora vaginale è un sistema complesso e fondamentale per il mantenimento della salute vaginale e qualsiasi antisettico, danneggiando tanto gli organismi responsabili dell'infezione che la flora vaginale, rischia di comprometterne l'equilibrio, esponendo a potenziali complicazioni che necessitano di essere valutate attentamente.[12]
Una menzione a parte merita il tema degli antisettici nei lubrificanti commerciali: due studi hanno descritto gli effetti inibitori su chlamydia trachomatis e neisseria gonorrhoeae di vari antisettici contenuti in lubrificanti commerciali [13,14] e sebbene il tema dell'articolo sia la potenzialità dei lubrificanti di produrre falsi negativi nei test per le malattie sessualmente trasmissibili, i risultati presentati aprono la strada all'impiego dei lubrificanti come misura preventiva contro le infezioni a trasmissione sessuale.
Il tema è particolarmente rilevante nel contesto dei dati sull'uso della saliva come lubrificante, che rappresenta un fattore di rischio per la gonorrea rettale fra gli uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini, [15].
Altro elemento da non trascurare è il ruolo gonorrea faringea nella trasmissione delle infezioni da neisseria gonorrhoeae e nello sviluppo della resistenza antibiotica. Ci sono dati che indicano che il contenimento della gonorrea faringea potrebbe rivelarsi la chiave per controllare il diffondersi dell'infezione.
Poiché la penetrazione antimicrobica nella mucosa faringea è discutibile, specialmente con antimicrobici come la gentamicina, l'uso di collutori antisettici potrebbe risultare più efficace come terapia aggiuntiva; a questo proposito, uno studio recente condotto dal Prof. Kit Fairly ha valutato il ruolo del collutorio Listerine come potenziale trattamento per la gonorrea faringea.
Uno studio di Tomas et al[16] ha mostrato come l'uso di collutori con clorexidina allo 0,12% e 0,2% (anche per soli 30 secondi) sia in grado di ridurre l'attività batterica della flora salivale fino al 95%. La concentrazione minima di clorexidina ritenuta efficace contro la neisseria gonorrhoeae è stata identificata fra i 12,5 e i 250 ng/mL [17], rendendo le concentrazioni di clorexidina presenti nei collutori a uso dentistico sufficientemente alte da essere efficaci.
Gli agenti antisettici non sono una novità, ma il loro uso in un contesto diverso, come quello delle malattie sessualmente trasmissibili, potrebbe portare a un controllo delle infezioni che influirebbe positivamente anche sullo sviluppo della resistenza antibiotica.
Riferimenti:
Miari V., Ison C. — Is there a role for topical antiseptics in the treatment of gonorrhoea?, Sexually Transmitted Infections, edizione online del 30 dicembre 2016; doi: 10.1136/sextrans-2016-053028[1] Center for Disease Control — Antibiotic Resistance Threats in the United States, 2013
[2] Bignell C., Fitzgerald M. — UK national guideline for the management of gonorrhoea in adults; Int J STD AIDS 2011;22:541–7
[3] Levy V., Pandori M., Berrada Z. et al. — A case of persistent and possibly treatment resistant pharyngeal gonorrhea; Sex Transm Dis 2016;43:258–9
[4] Alim-Marvasti A., Bi W., Mahroo O. et al. — Transient smartphone "blindness"; N Engl JMed 2016;374:2502–4
[5] Chow E., Lee D., Tabrizi S. et al. — Detection of Neisseria gonorrhoeae in the pharynx and saliva: implications for gonorrhoea transmission; Sex Transm Infect 2016;92:347–9
[6] AM DHD — The medicinal treatment of gonorrhoea; BMJ 1916;2:512–13
[7] Moore D., MacDonald N. — Preventing ophthalmia neonatorum; Paediatr Child Heal 2015;20:93–6
[8] Ison C., Taylor R. et al. — Local treatment for bacterial vaginosis; Br Med J 1987;295:886
[9] Verstraelen H., Verhelst R., Roelens K. et al. — Antiseptics and disinfectants for the treatment of bacterial vaginosis: a systematic review; BMC Infect Dis 2012;12:148
[10] Lyons J., Ito JI Jr. — Reducing the risk of Chlamydia trachomatis genital tract infection by evaluating the prophylactic potential of vaginally applied chemicals; Clin Infect Dis 1995;21(Suppl 2):S174–7
[11] Spencer S., Valentin-Bon I., Whaley K. et al. — Inhibition of Neisseria gonorrhoeae genital tract infection by leading-candidate topical microbicides in a mouse model; J Infect Dis 2004;189:410–19
[12] La Ruche G., Messou N., Ali-Napo L. et al. — Vaginal Douching association with lower genital tract infections in african pregnant women; Sex Transm Dis 1999;26:191–6
[13] Holliman R., Johnson J., Davidson F. — Inhibition of Neisseria gonorrhoeae by vaginal lubricants; Sex Transm Infect 2002;78:468
[14] Osborn M., Johnson A. — Effect of various analgesics and lubricants on isolation of Chlamydia trachomatis and Neisseria gonorrhoeae; J Clin Microbiol 1982;15:522–4
[15] Chow E., Cornelisse V., Read T. et al. — Saliva use as a lubricant for anal sex is a risk factor for rectal gonorrhoea among men who have sex with men, a new public health message: a cross-sectional survey; Sex Transm Infect 2016;92:532–6
[16] Tomas I., Cousido M., Garcia-Caballero L. et al. — Substantivity of a single chlorhexidine mouthwash on salivary flora: Influence of intrinsic and extrinsic factors; J Dent 2010;38:541–6
[17] Rabe L., Hillier S. — Effect of Chlorhexidine on Genital Microflora, Neisseria gonorrhoeae and Trichomonas vaginalis In Vitro; Sex Transm Dis 2000;27:74–8