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Dermatopatologia non invasiva in vivo: i dati rilevati dalla microscopia confocale a riflettanza si correlano con le specifiche caratteristiche osservate nelle neoplasie melanocitiche

reflectance-confocal-microscopicLa microscopia confocale a riflettanza (RCM) permette una valutazione non invasiva e in vivo delle lesioni cutanee ed ha trovato un largo impiego nell'oncologia cutanea: tuttavia, gli studi sistematici sulla caratterizzazione dei nevi sono ancora scarsi.

Obiettivo
Lo scopo di questo studio è stato quello di determinare se l'RCM potesse correlare con le caratteristiche istologiche utilizzate per diagnosticare l'esistenza delle neoplasie melanocitiche.

Metodi
Abbiamo valutato in cieco le caratteristiche istologiche e dell'RCM di 64 neoplasie melanocitiche (19 nevi non-displastici, 27 nevi displastici, 14 melanomi); ed abbiamo analizzato i dati utilizzando la correlazione rho di Spearman.

Risultati
Con l'RCM possono essere identificate molte caratteristiche istologiche. Le creste allungate corrispondono nell'RCM al bordo delle papille, mentre le creste appiattite corrispondono a diverse caratteristiche che coinvolgono l'interruzione della giunzione dermo-epidermica. Nell'RCM, i ponti di nidi giunzionali (JN) corrispondono sia ai JN con dimensione/forma irregolare che ai JN con brevi interconnessioni. Mentre potremmo ben identificare i melanociti dermici, le caratteristiche RCM non possono essere distinte in modo affidabile tra quelle benigne e quelle che riguardano la disposizione dei melanocitici dermici, suggerendo che è necessario un ulteriore affinamento delle caratteristiche melanocitiche all'RCM.

Conclusione
Con l'RCM è possibile identificare diverse correlazioni affidabili con le caratteristiche istologiche, epidermiche e giunzionali, utilizzate per diagnosticare i tumori melanocitici, suggerendo come i criteri istologici possano essere sfruttati ragionevolmente per andare oltre l'approccio algoritmico.

Storia della pubblicazione:

Titolo: Non-invasive in vivo dermatopathology: identification of reflectance confocal microscopic correlates to specific histological features seen in melanocytic neoplasms

Rivista: Journal of the European Academy of Dermatology and Venereology. doi: 10.1111/jdv.12285

Autori: M. Gill, C. Longo, F. Farnetani, A.M. Cesinaro, S. González, G. Pellacani

Affiliazioni:Dobbs Ferry, Skin Medical Research and Diagnostics, New York, NY, USA Dermatology and Skin Cancer Unit, IRCCS Arcispedale Santa Maria Nuova, Reggio Emilia, Italy Department of Dermatology, University of Modena and Reggio Emilia, Modena, Italy Department of Pathology, University of Modena and Reggio Emilia, Modena, Italy Dermatology Service, Memorial Sloan Kettering Cancer Center, New York, NY, USA

Abstract:
Background Reflectance confocal microscopy (RCM) allows for non-invasive, in vivo evaluation of skin lesions and it has been extensively applied in skin oncology although systematic studies on nevi characterization are still lacking. Objective The aim of this study was to determine whether reliable RCM correlates to histological features used to diagnose melanocytic neoplasms exist. Methods We blindly evaluated the RCM and histological features of 64 melanocytic neoplasms (19 non-dysplastic nevi, 27 dysplastic nevi, 14 melanomas) and analysed the data using Spearman's rho calculation. Results Many histological features can be identified using RCM. Elongated rete ridges corresponded on RCM to edge papillae, whereas flattened rete ridges to several features which involve dermal–epidermal junction disruption. Bridging of junctional nesting (JN) corresponded on RCM to both JN with irregular size/shape and JN with short interconnections. While we could reliably identify dermal melanocytes, the RCM features did not reliably distinguish between benign and concerning dermal melanocytic arrangements, suggesting further refinement of dermal melanocytic RCM features is needed. Conclusion Reliable correlates for epidermal and junctional histological features used to diagnose melanocytic neoplasms are identifiable on RCM, suggesting harnessing histological criteria may be a reasonable method to move beyond the algorithmic approach.