In evidenza: Primo Incontro AITEB — Associazione Italiana Terapie Estetiche con Botulino

L’Associazione Italiana Terapie Estetiche con Botulino (AITEB) è nata due anni fa con…

Sondaggio di due anni tra i pazienti con dermatite allergica da contatto appartenenti ad una coorte occupazionale

dermatitis-from-an-occupationalLa prognosi potrebbe dipendere dall'onnipresenza dell'allergene.

I disordini della pelle sono tra le malattie professionali più frequentemente riconosciute in Danimarca; inoltre, nella maggior parte dei casi, la prognosi della dermatite da contatto occupazionale è negativa.

Obiettivi
Lo scopo dello studio è stato quello di valutare la prognosi — in base allo stato dell'eczema e al tipo di lavoro — nonché la qualità di vita in relazione alla condizione della pelle tra i pazienti allergici alle sostanze chimiche della gomma e al lattice (allergeni ubiquitari) e alla resina epossidica (allergene non ubiquitario), rispettivamente, dopo due anni dal riconoscimento della dermatite allergica da contatto professionale.

Metodi
Sono stati inclusi nello studio 199 pazienti con allergia rilevante alla gomma (allergia da contatto alle sostanze chimiche della gomma o orticaria da contatto per il lattice) o con allergia epossidica: i pazienti provenivano da una coorte basata sui dati del Consiglio Nazionale Danese degli Infortuni sul Lavoro e comprendente anche i pazienti con dermatite professionale riconosciuta nel 2010 in Danimarca. Il follow-up si è caratterizzato per un questionario riguardo la gravità dell'eczema, l'occupazione, l'esposizione e la qualità di vita.

Risultati
Il tasso di risposta è stato del 75%. La scomparsa dell'eczema è stata riportata dall'11% dei soggetti, mentre il 67% ha riportato solo un miglioramento. Il 22% dei pazienti ipersensibili verso un allergene non ubiquitario ha avuto una risoluzione completa dell'eczema rispetto al 10% dei casi verso allergeni ubiquitari e allo 0% di quelli con orticaria da contatto, (p=0.116). Il miglioramento è stato molto più frequente in coloro che avevano cambiato lavoro rispetto a coloro che non lo avevano fatto (p=0.010).

Conclusioni
Il nostro studio conferma la prognosi negativa per la dermatite allergica da contatto professionale. Durante il follow-up, i pazienti con orticaria da contatto hanno avuto una prognosi significativamente peggiore rispetto a quelli con allergia da contatto; c'è stata anche una tendenza verso una prognosi peggiore per quelli con allergia da contatto alle sostanze chimiche della gomma (che rappresentano gli allergeni ubiquitari) rispetto a quelli con allergia alla resina epossidica (che rappresenta un allergene non-onnipresente). Inoltre, è stata trovata una significativa correlazione tra il cambiamento di lavoro e il miglioramento della condizione morbosa.

Storia della pubblicazione:

Titolo: Two-year follow-up survey of patients with allergic contact dermatitis from an occupational cohort. Is the prognosis dependent on the omnipresence of the allergen?

Rivista: British Journal of Dermatology. doi: 10.1111/bjd.12795

Autori: K.B.C. Clemmensen, T.K. Carøe, S.F. Thomsen, N.E. Ebbehøj, T. Agner

Affiliazioni:Department of Dermatology, University of Copenhagen, Bispebjerg Hospital, Copenhagen, NV, Denmark Department of Occupational and Environmental Medicine, Bispebjerg University Hospital, Copenhagen, NV, Denmark

Abstract:
Background Skin diseases are the most frequently recognized occupational diseases in Denmark. The prognosis for occupational contact dermatitis is often poor. Objectives The aim of the study was to investigate the prognosis, assessed by eczema- and, job- status, and skin related quality of life among patients allergic to rubber chemicals and latex (ubiquitous allergens) and epoxy (non- ubiquitous allergen), respectively, two years after recognition of occupational allergic contact dermatitis. Methods From a cohort based on data from the Danish National Board of Industrial Injuries, and including all patients with recognised occupational dermatitis in 2010 in Denmark, 199 patients with relevant rubber allergy (contact allergy to rubber chemicals or contact urticaria from latex) or epoxy allergy, were included. Follow-up consisted of a questionnaire covering current severity of eczema, employment, exposure, and quality of life. Results The response rate was 75%. Clearance of eczema was reported by 11% and 67% reported improvement. 22% of patients with allergy to a non-ubiquitous allergen had total clearance of eczema compared to 10% of cases allergic to ubiquitous allergens and 0% of those with contact urticaria, (p=0.116). Improvement was significantly more frequent in those who had changed jobs compared with those who had not (p=0.010). Conclusions Our study confirms the poor prognosis for occupational allergic contact dermatitis. At follow-up patients with contact urticaria had significantly poorer prognosis than those with contact allergy, and there was a trend towards a poorer prognosis for those with contact allergy to rubber chemicals, representing ubiquitous allergens, than those with allergy to epoxy, representing a non-ubiquitous allergen. A significant positive association between job change and improvement was found.