Pazienti con psoriasi: aumenta il rischio di placche coronariche
Secondo i risultati di un nuovo studio, i pazienti affetti da psoriasi hanno livelli più alti di placche coronariche (non calcificate e ricche di lipidi) sia rispetto a pazienti di dieci anni più vecchi con iperlipidemia che rispetto a soggetti sani della stessa età.
Lo studio prospettico osservazionale ha anche messo in luce la prevalenza di placche "ad alto rischio" (con caratteristiche che indicano un alta probabilità di rottura) nei pazienti con psoriasi rispetto ai soggetti sani, una prevalenza simile a quella osservata in pazienti più vecchi con iperlipidemia. Inoltre, fra i pazienti con psoriasi seguiti per un anno, una diminuzione dell'intensità della malattia a seguito di trattamenti è risultata associata a una riduzione delle placche coronariche non calcificate e un miglioramento dei marker di infiammazione.
"Se considerati insieme, questi risultati suggeriscono che i pazienti con psoriasi sono esposti a un alto rischio di placche coronariche e che i trattamenti mirati a contenere la malattia dermatologica potrebbero avere effetti positivi anche sulla salute cardiovascolare", ha spiegato il Dr. Dr. Nehal N. Mehta, direttore della sezione "Malattie cardio-metaboliche e infiammatorie" del National Heart, Lung, and Blood Institute.
Sia la psoriasi che l'aterosclerosi sono patologie a carattere infiammatorio e i pazienti con psoriasi sono soggetti a un maggior rischio di infarto miocardico, anche in giovane età, rispetto ai soggetti non affetti da psoriasi. Si ipotizza che questo rischio vada attribuito alla maggiore diffusione, in questo gruppo di pazienti, di patologie a carico delle coronariche di stato sub-clinico, che non vengono perciò rilevate durante gli esami di routine per la valutazione del rischio cardiovascolare.
Le patologie a carattere infiammatorio, come l'HIV, sono state associate a un aumento delle placche coronariche non calcificate e a una prevalenza di placche con caratteristiche "ad alto rischio", ma gli sforzi per misurare le patologie cardiovascolari in stato sub-clinico in pazienti con psoriasi si sono dimostrati finora inadeguati. "Perciò, ci siamo chiesti se la psoriasi fosse associata a placche coronariche ricche di lipidi e con caratteristiche "ad alto rischio", per capire se queste caratteristiche potessero spiegare il rischio di infarto in giovane età collegato alla psoriasi", ha sottolineato il Dr. Mehta.
I ricercatori hanno arruolato nello studio tre diverse coorti di soggetti: 105 pazienti con psoriasi (età media 50,2 anni), 100 pazienti con iperlipidemia idonei al trattamento con statine (età media 61,2) e 25 volontari sani senza psoriasi e senza altre condizioni a carattere infiammatorio (età media 47,7). Il rischio cardiovascolare, misurato rispetto all'indice Framingham e all'indice Atherosclerotic Cardiovascular Disease (ASCVD), dei pazienti con psoriasi e dei soggetti sani è stato simile, mentre è risultato significativamente più alto per i pazienti del gruppo con iperlipidemia.
La tomografia computerizzata cardiaca (CCTA) ha rivelato che i pazienti con psoriasi, sebbene di 10 anni più giovani e tradizionalmente esposti a un minor rischio rispetto ai pazienti con iperlipidemia, avevano un quantitativo maggiore di placche non calcificate (1,18 (x 100) mm2 contro 1,11 (x 100) mm2, p=0,02) e una prevalenza di placche ad alto rischio del tutto simile (34% contro 38%, p=0,58). Rispetto ai volontari sani, i pazienti con psoriasi avevano anche un maggior quantitativo totale di placche (1,22 contro 1,04, p=0,001) e di placche non calcificate (1,18 contro 1,03, p=0,004).
"I pazienti con psoriasi hanno un rischio cardiovascolare simile a quello di pazienti più vecchi di un decennio e con iperlipidemia", scrivono i ricercatori nella rivista Circulation. "Per questo motivo, questa popolazione di pazienti dovrebbe essere sottoposta a screening precoci per le malattie cardiovascolari e dovrebbe essere informata del rischio al quale è esposta".
I miglioramenti della malattia psoriasica (testimoniati dai punteggi rispetto all'indice Psoriasis Severity) sono risultati associati a una diminuzione del carico di placca e di placca non calcificata. I pazienti che hanno esibito una risposta clinica al trattamento hanno anche mostrato un miglioramento del profilo infiammatorio rispetto ai pazienti senza risposta, anche nelle analisi multi-variabile con correzioni per i fattori di rischio.
"Per confermare queste osservazioni sono necessari periodi di follow-up più lunghi di un anno, per verificare che l'effetto sia duraturo", sottolinea il Dr. Mehta, "Inoltre, servono ancora studi prospettici randomizzati su pazienti con psoriasi trattati con terapie antiinfiammatorie per confermare l'associazione fra infiammazione e rischio cardiovascolare."
Riferimenti:
Lerman Joseph B., Joshi Aditya A., et al. — Coronary Plaque Characterization in Psoriasis Reveals High Risk Features Which Improve Following Treatment in a Prospective Observational Study, Circulation, edizione online dell'8 maggio 2017; https://doi.org/10.1161/CIRCULATIONAHA.116.026859